giovedì 23 marzo 2017

La ridente città di Artena,Rm, accoglie Mariagloria Fontana, l'autrice de "La ragione era carnale" con un pubblico che riempie il Granaio Borghese, uno spazio che ormai da qualche anno è divenuto, con successo, luogo di incontri culturali e che riserva in alcune occasioni delle graditissime sorprese.

E' il caso della presentazione che domenica mattina ha rivelato il talento espressivo di un'autrice legata al territorio, (Mariagloria Fontana è nata a Valmontone, comune adiacente e gemello di Artena), giornalista estremamente versatile, che la porta a scrivere per una rivista di filosofia politica come Micromega o su Il Fatto Quotidiano eppure su Dove, il mensile di viaggi del Corriere della Sera o ancora sul settimanale rosa Visto, per il quale intervista le figure più popolari del mondo della politica, del giornalismo e dello spettacolo.

Mariagloria è anche conduttrice di una trasmissione quotidiana di attualità alla radio, su Radio Roma Capitale e dirige un sito al femminile, LeCittàdelleDonne.it.

Infine l'esordio come scrittrice,con un romanzo che rappresenta un possibile caso letterario, per il soggetto estremamente interessante:"lo sviluppo del desiderio negli anni del primo social network". 

 A presentare il libro insieme all'autrice, Manuel Mancini (insostituibile organizzatore dell'incontro), Lara Caschera, Maria Grazia Angelucci, Gianna De Santis, Alessandra Bucci, Marco Valeri, Alfonso De Angelis, Francesco Vergovich e la prof. Daniela Michelangeli, efficacissima la sua analisi del romanzo come pure interessanti e puntuali le note e le domande delle relatrici e dei relatori, che evidentemente hanno letto e amato il romanzo. 

Anche il sindaco di Artena Felicetto Angelini, Umberto Groppi, Carlo Mucari, Lino Fabrizi non hanno fatto mancare il loro saluto all'autrice e ai relatori. L'appunto più rivelante dell'incontro nel momento in cui è stata riconosciuta la supremazia della parola rispetto all'immagine, il valore di una conversazione in cui ognuno cerca di dare il meglio di sé attingendo proprio alle parole, alla loro forza evocativa, al loro fascino, una possibilità negata a nessuno, quella di essere ricchi a parole.

E poi c'è il romanzo, il desiderio di Bianca e Tommaso, un'avventura nelle emozioni. "Ricco a parole" è una definizione illuminante di cui ha la paternità lo scrittore veneziano Nantas Salvalaggio (titolo anche di un suo fortunato romanzo), il quale suggeriva ai lettori di considerare il libro come "Una vita di scorta"

foto by Adriano Di Benedetto 

            Francesco Vergovich